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18/04/2014 17.50.15 - Articolo letto 2063 volte

Italcementi, ignorata la petizione popolare

Italcementi Matera Italcementi Matera
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Paterino: "non abbassare la guardia e affrontare senza pregiudizi questione rifiuti"
Matera "Il Consiglio Comunale - si legge in una nota del Comitato NoInceneritore - ha deciso di non decidere, con atteggiamento pavido e sprezzante della volontà popolare. Dopo oltre quattro ore di intensa discussione, infatti, nell’assemblea di mercoledì 16 aprile il Consiglio Comunale ha disinvoltamente accantonato, senza avere il coraggio di votarla, la petizione promossa dal Comitato No Inceneritore MentoSulCemento contro la trasformazione dell’impianto Italcementi di contrada Trasanello in un vero e proprio inceneritore che bruci 60.000 tonnellate di rifiuti all’anno. È evidente quindi che la massima istituzione cittadina non è più espressione del comune sentire, se oltre 2100 firme di cittadini materani non sono bastate.
            E così, con uno scontatissimo giochetto di infimo livello politico, è stato invece approvato a maggioranza un ordine del giorno elaborato e presentato dal Partito Democratico che non recepisce neanche una delle richieste contenute nella petizione. I consiglieri non hanno avuto neanche il coraggio di dichiarare espressamente il territorio comunale di Matera “libero dall’incenerimento dei rifiuti”, si sono limitati ad auspicarlo. Sono solo quattro i consiglieri che hanno votato contro l’odg PD: i civici Manuello, D’Andrea e Vizziello insieme a Morelli dell’IDV.
Da questa incredibile determinazione, così come dall’incredibile contenuto di alcuni interventi dei consiglieri, dell’Assessore Rivelli e del Sindaco Adduce nel corso della discussione, emerge un inquietante interrogativo: contano di più gli interessi (puramente economici) di un privato che il bene dei cittadini, in questo caso il bene primario, la salute?
Il Comitato invita i materani a verificare direttamente il comportamento dei loro eletti e dei loro amministratori guardando con pazienza ed attenzione la registrazione della seduta del Consiglio all’indirizzo http://noinceneritorematera.blogspot.it/2014/04/blog-post.html .
E poi, come ha ricordato il consigliere Manicone nel corso del dibattito – compreso lo stesso Sindaco che però deve aver subito cambiato idea – il territorio di Matera, patrimonio UNESCO dal 1993 e candidato a rappresentare la cultura europea nel 2019, assolutamente non si presta a ogni tipo di attività che metta in pericolo la sua stessa integrità e vanifichi l’impegno di tanti operatori che promuovono da anni la cultura e il turismo creando tanti veri posti di lavori nell’ambito di un’economia pulita e che ha ancora amplissimi margini di sviluppo.
Ora che è lampante ed inequivocabile l’intenzione di fare del cementificio un vero e proprio inceneritore alle porte di Matera, la battaglia civica si farà ancora più intensa. Il Comitato continuerà a raccogliere firme e ad essere presente non solo in Piazza Vittorio Veneto col suo banchetto in tutti i fine settimana, ma continuerà l’opera di informazione e sensibilizzazione rione per rione, condominio per condominio, casa per casa. E marcare così ancor di più il distacco, ormai insanabile, tra il Palazzo di città e i cittadini materani.
Che ora pretendono di NON aver PAURA, ma di respirare ARIA PURA."

Petizione “No inceneritore a Matera”: paterino, non abbassare la guardia e affrontare senza pregiudizi questione rifiuti.
“La petizione presentata dal “Comitato No Incerenitore a Matera”, che condivido, sollecita tutti  (istituzioni, politica e cittadini) a non abbassare la guardia:  è giusto il percorso indicato di dare applicazione al c.d. principio di precauzione, che non vuol dire  impedire una attività ma obbligare  ad adottare  tutte le misure necessarie per ridurre al minimo le conseguenze negative sull’ambiente e sulla salute umana. Per questo bene ha fatto l’Amministrazione comunale a richiedere alla Regione l’attivazione anche di un monitoraggio sanitario sui cittadini residenti a ridosso dell’impianto industriale”. E’ quanto sostiene Michele Paterino, consigliere comunale e dirigente locale di IdV che aggiunge: “l’aspetto più serio e delicato evidenziato nella petizione , che non va sottovalutato, è quello relativo alla preoccupazione  su eventuali ricadute negative sull’ambiente e sulla salute dalle emissioni conseguenti l’utilizzo dei combustibili solidi secondari nei cementifici. In merito, pur essendoci una serie di studi scientifici a livello europeo  e anche a livello nazionale che escluderebbero una correlazione diretta tra le emissioni dei cementifici che utilizzano Css e determinate patologie,  è necessario  tenere alta l’attenzione insieme ad approfondimento sulla complessa problematica della gestione del ciclo dei rifiuti nel nostro territorio e le conseguenze che ciò comporta  in termini di inquinamento ambientale e soprattutto sulla salute dei cittadini.
Non trovo condivisibile – precisa Paterino - la posizione di chi, a priori  e a prescindere, è contro la pratica del recupero energetico di rifiuti, pratica che è invece comunemente utilizzata in ambito europeo in paesi avanzati, con elevate percentuali di raccolta differenziata ed in testa alla classifica europea dei paesi virtuosi per la gestione dei rifiuti, avendo rinunciato alla peggiore strategia per la gestione dei rifiuti, ossia la discarica. In questi Paesi l’utilizzo del Css (combustibile solido secondario) è praticato perché è una soluzione che riduce il problema ambientale  ed economico delle discariche, diminuisce i quantitativi dei rifiuti degli inceneritori, diminuisce l’impiego di combustibili fossili, che noi  dobbiamo pure importare, oltre a ridurre i costi dello smaltimento dei rifiuti da parte delle amministrazioni comunali con la possibilità di ridurre la tassa dei rifiuti ai cittadini. Certamente l’ideale sarebbe perseguire l’obbiettivo “rifiuti zero”,  ma siamo realisti: attualmente va in discarica circa il 70% dei rifiuti urbani prodotti a livello regionale (150.000 tonnellate su 240.000) e  a livello provinciale  56.000 tonnellate sulle  80.000 prodotte. Numeri ben lontani   dal raggiungimento degli obiettivi   della raccolta differenziata al 65% . Bisognerebbe mettere in discussione il nostro modello di sviluppo, rimettendo in discussione il mito del consumismo e  puntare concretamente su uno sviluppo sostenibile. Ritengo che per la dimensione del problema e in attesa   che l’amministrazione addotti una  politica efficace sulla prevenzione, riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti, che richiederà tempi non certo brevi, è necessario gestire una fase transitoria che non può prescindere a mio avviso dal ricorso al recupero energetico dei rifiuti.
Nel sottolineare inoltre che “la cementeria, come qualsiasi  altra attività industriale è  sicuramente fonte di inquinamento anche a prescindere dal bruciare i cosiddetti Css”,  Paterino afferma che “va fatto  un ragionamento in generale sulle emissioni e quindi  o si è  contrari ai cementifici a priori e dunque  bisogna chiuderli,  oppure è utile valutare se  adoperare il materiale che trae origine dai rifiuti per alimentare come combustibile solido secondario i forni di impianti industriali, nella fattispecie di cementifici, sia  persino preferibile ai  combustibili  attualmente utilizzati, in considerazione che l’attuale legislazione fissa per gli impianti che utilizzano Css limiti di emissione che al massimo possono essere pari a quelli severissimi degli inceneritori e quindi impone  l’utilizzo delle migliori tecnologie di abbattimento. Nel merito va  dato atto   che  l’Amministrazione comunale  di aver avviato un percorso virtuoso sulla  problematica  relativa all’impianto  “Italcementi”   adottando  provvedimenti  i cui contenuti  non solo hanno anticipato quanto richiesto nella petizione e a mio avviso  su alcuni aspetti vanno anche oltre   le proprie competenze in materia di pareri  AIA/VIA. Come pure ritengo che la Commissione Ambiente della Provincia ha approvato una serie di prescrizioni  tutte finalizzate a  perseguire  una maggiore tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. E’ dalle indicazioni dell'Unione europea, recepite dalla nostra legislazione che dobbiamo partire. Infatti, le direttive comunitarie tracciano un percorso virtuoso che parte dalla prevenzione nella produzione dei rifiuti per arrivare allo smaltimento come fase residuale privilegiando il riutilizzo e il recupero”.
Per Paterino, infine, “non è utile  chiudersi in schematismi ideologici o in pregiudizi o in posizioni precostituite: se vogliamo  affrontare  con serietà e rigore la problematica della gestione  rifiuti dobbiamo guardare all’Europa dove i più Paesi “avanzati” e “sensibili” alle problematiche ambientali sono riusciti a coniugare e a mettere in atto “politiche”   in grado di garantire la tutela dell’ambiente, della salute  delle persone e una gestione virtuosa della risorsa “rifiuti”.



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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