IN PIAZZA LA BASILICATA CHE NON CI STA

Il corteo di protesta - 4 dicembre 2014 (foto Antonio Grasso)

Il corteo all´arrivo in viale Verrastro - 4 dicembre 2014 (foto Antonio Grasso)

Mamme materane in protesta - 4 dicembre 2014 (foto Antonio Grasso)

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Migliaia in corteo nel capoluogo lucano. Arrivati da tutta la regione e non solo per manifestare contro lo “Sblocca Italia” e rinnovare, al presidente Pittella, l’appello ad impugnarlo.
di ANTONIO GRASSO

Basilicata Mobilitazione popolare doveva essere. E mobilitazione popolare è stata. In migliaia hanno sfilato per le vie di Potenza, fino a raggiungere il Palazzo della Regione Basilicata cingendolo d’assedio. Uomini e donne, giovani e meno giovani, studenti, lavoratori, disoccupati. In molti arrivati nel capoluogo lucano un po’ da tutti i comuni della regione. E non solo. Anche dalla “vicine” Puglia e Campania. Una delegazione, in particolare, dalla martoriata “Terra dei Fuochi”. Per solidarizzare e portare le loro testimonianze e il loro sostegno ai lucani. E ancora: comitati, associazioni, movimenti ambientalisti e non. Agricoltori del Metapontino e del Vulture-Melfese a bordo dei loro trattori. All’appello anche alcuni sindaci, con tanto di fascia tricolore. Tutti in un corteo senza bandiere di partito e di sigle sindacali. Ma con unico obiettivo: gridare, in coro, il “No” al cosiddetto “Sblocca Italia” e - in particolare - all’articolo 38 dello stesso che espropria - di fatto - le Regioni e tutti gli altri enti di sottogoverno dei diritti a prendere parte ai processi decisionali in tema di nuove estrazioni di idrocarburi in favore di “un superiore interesse strategico e di pubblica utilità”. Una situazione che andrebbe a penalizzare soprattutto la Basilicata per il suo notevole ed ultradecennale apporto al comparto energetico nazionale, attraverso l’estrazione di petrolio. E per scongiurare questa prospettiva anche i Comuni stanno facendo la loro parte. Infatti. Si allunga - di giorno in giorno - l’elenco delle Amministrazioni comunali lucane che hanno deliberato la richiesta al governatore, Marcello Pittella, di impugnare presso la Corte Costituzionale il decreto (133/2014), approvato in via definitiva dal Parlamento e convertito in Legge 164/2014. Finora sono una sessantina quelle che hanno già provveduto a farlo. Ossia circa la meta dei 131 comuni lucani. E la Regione, dal suo canto, ha tempo fino al 10 gennaio 2015 per recepire le istanze popolari e di molte istituzioni locali. “Impugnare e non indugiare”, insomma. Questo il messaggio sostanziale (ri)lanciato nel corso della manifestazione odierna e ben impresso su diversi striscioni del corteo, fra i quali campeggiava qualcuno che invitava perfino alle dimissioni dei membri del parlamentino regionale. Dimissioni urlate a gran voce dai manifestanti anche durante l’intervento, in Consiglio, del presidente Pittella e trasmesso su un maxischermo posizionato in viale Verrastro. Mentre la protesta va avanti e si amplifica. E la storia continua.

Tags: petrolio | manifestazione | potenza | via verrastro | trivellazioni | sblocca italia

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Rubrica: Cronaca

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