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30/03/2016 10:55:46 - Articolo letto 4114 volte

IL MARE SI “MANGIA” LA COSTA JONICA LUCANA

Terzo Madonna di Scanzano dopo le mareggiate Terzo Madonna di Scanzano dopo le mareggiate
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Un altro duro colpo inferto dalle recenti mareggiate alla fascia costiera metapontina. Specie in località Terzo Madonna di Scanzano Jonico. Non va meglio a Metaponto. Preoccupazione in prospettiva.
di ANTONIO GRASSO
Scanzano Jonico Litorale jonico martoriato dalle mareggiate. Un altro durissimo colpo inferto alla già per gran parte erosa fascia costiera metapontina. Specie in località “Terzo Madonna” di Scanzano Jonico, nei pressi della foce del fiume Agri. Qui, in alcuni punti, l’acqua del mare è arrivata addirittura a lambire la “passeggiata” sul lungomare. Cancellati centinaia di metri di spiaggia nell’arco di pochi giorni. Non va meglio in quel di Metaponto dove la battigia, ormai, si è praticamente ridotta a una striscia di sabbia. E poco hanno potuto, nel frenare il moto ondoso del mare, le opere di protezione realizzate, negli anni scorsi, su indicazione progettuale della Regione Basilicata. Le cosiddette barriere soffolte, impiantate in via sperimentale, non solo non hanno tenuto ma avrebbero addirittura subito uno “sfaldamento subacqueo”. Ma tant’è. Di questo passo, senza una drastica inversione di tendenza, lo spazio per poter piantare ombrelloni e sdraio e/o allestire chioschi sarà sempre di meno. A confermarlo sono anche diversi studi, ricerche ed elaborazioni scientifiche più o meno recenti. Evidenziano come le coste ioniche lucane non solo siano in netta ritirata, ma che presentino addirittura i più alti valori di arretramento annuo in ambito nazionale segnatamente agli ultimi 40 anni (vedi indagine condotta dall’Enea e dall’università di Ferrara, nell’ambito dell’Accordo di Programma tra la stessa Enea e ministero dell’Ambiente ndr). E, come se non bastasse, il trend è tutt’altro che rassicurante. Perfino il Rapporto Ispra 2015 sul “Dissesto idrogeologico in Italia”, nella parte relativa alle modifiche delle coste basse (periodo 2000-2007), mostra chiaramente come il 40,2% di quelle lucane sia coinvolto da erosione rispetto ad un 36,5% in progradazione, cioè in fase di ulteriore avanzamento. Il dato percentuale lucano – stando ai rilievi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - è il più alto, in assoluto, in Italia. Il mare, insomma, si “mangia” e continuerà a “mangiarsi” l’arenile lucano, mettendo sempre più a repentaglio le attività di operatori turistici e proprietari di stabilimenti balneari. A meno che non ci sia un immediato, quanto difficile, cambio di rotta.


Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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