“Rosa sangue” l’antologia fantastica per raccontare il femminicidio di Altrimedia edizioni, è stato presentato nell’ambito della giornata conclusiva della tre “Giorni di…versi” organizzata dall’Associazione Matera Poesia 1995. Alla presenza dei due curatori, di Donato Altomare e Loredana Pietrafesa, il giornalista Filippo Radogna ha moderato l’appuntamento presso la Chiesa Malvinni-Malvezzi di Palazzo Gattini insieme alla presidente dell’associazione Maria Antonella D’Agostino e a Gabriella Lanzillotta di Altrimedia Edizioni.
“Rosa sangue è la prima antologia di racconti fantastici al femminile che parlano di femminicidio. Diciotto autrici – ha sottolineato la curatrice e autrice, Loredana Pietrafesa - che raccontano storie di femminicidi senza usare toni rancorosi o polemici, non mettendo alla gogna il genere maschile, non scegliendo di essere un manifesto femminista ma privilegiando il proprio punto di vista per offrire possibilità di riscatto dalla violenza e di rinascita per la donna e la società stessa. Il pregio di questa raccolta sta nel particolare taglio che si è voluto conferire a essa: il fantastico come strumento femminile per parlare del femminicidio. L’idea è nata proprio dalla considerazione che la presenza femminile nelle antologie del genere fantastico è indiscutibilmente esigua. Le diciotto autrici hanno narrato tutte storie diverse per contesto, ambientazione ed epoca, alcune prendendo spunto da femminicidi realmente accaduti, altre attingendo esclusivamente dalla propria immaginazione. Ognuna di loro è stata lasciata libera di trattare il tema in modo personale, secondo la propria visione o la propria esperienza umana ed emozionale.”
“Nella postfazione del volume – ha evidenziato il curatore Donato Altomare – ho provato a “fare la storia” di questi efferati delitti. Perché, purtroppo, il femminicidio ha radici antichissime, ci sono sempre stati, solo che nel passato erano accettati, considerati una prassi non punibile proprio in considerazione del potere che l’uomo aveva sulla donna di fatto proprietà di quest’ultimo. Eccezione fatta per Federico II che, eguagliate tutte le donne, non ne faceva discriminazione in base a rango o altro, le aveva tutelate rispetto ad atti violenti perpetrati “contro la propria volontà”. Un esempio “illuminato” che aiuta a comprendere un fenomeno sul quale è neccesario continuare a riflettere, nella consapevolezza che un omicidio perpetrato contro le donne è una violenza contro l’umanità.”