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07/12/2017 11:27:14 - Articolo letto 5323 volte

ITREC, L’INQUINAMENTO “CORRE” VERSO IL MARE

Centro Trisaia di Rotondella (foto SassiLand) Centro Trisaia di Rotondella (foto SassiLand)
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Gli ultimi rilievi effettuati dall’Arpab al di fuori del sito Enea lo confermano. Gli inquinanti stanno migrando verso lo Jonio. Per questo i sindaci dell’area sollecitano ad Ispra e Sogin l’attivazione di procedure di emergenza.
di ANTONIO GRASSO
Rotondella Contaminazione della falda acquifera all’Itrec di Rotondella. L’inquinamento “corre” verso il mare. Lo confermano gli ultimi rilievi effettuati, nei giorni scorsi, dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpab ndr) al di fuori del sito. E che indicano chiaramente quanto grave sia la situazione in itinere e in progress e quanto necessario sia intervenire, con tempestività, per evitare il propagarsi della stessa contaminazione. Dunque, bisogna subito arrestare la migrazione delle sostanze inquinanti. Diverse ben oltre i limiti consentiti per legge. Soprattutto tricloroetilene e cromo esavalente. Ma non solo. Per far questo la Sogin, che dal 2003 ha assunto la gestione per la bonifica del sito, intende installare 11 piezometri (da aggiungere alle pompe già esistenti) per aspirare le acque contaminate nei pozzi sotterranei dell’impianto costruito tra il 1965 e il 1970 dal Comitato nazionale per l’energia nucleare. Prima, però, la stessa società di Stato operativa dal 2001, alla quale è affidato il compito di disattivazione e smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, dovrà procedere alla dismissione del serbatoio e della condotta del vecchio impianto Magnox, individuati verosimilmente come la fonte di contaminazione primaria. L’Enea chiederà il via libera autorizzativo all’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ndr) e agli enti locali riuniti nella Conferenza di Servizi. Base di gara 400 mila euro per i primi interventi di messa in sicurezza che dovrebbero concludersi entro la prossima estate, salvo ulteriori intoppi. Ma i sindaci dei comuni del comprensorio jonico, vista la situazione, chiedono maggiore trasparenza e sollecitano l’attivazione di procedure di emergenza a Enea, Sogin ed Ispra. Anche perché son già trascorsi due anni da quando la stessa Sogin lanciò l’allarme per gli sforamenti. E ad oggi nulla ancora si è mosso. Tranne gli inquinanti.  



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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