Santa Barbara è una latrina

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In degrado lo spazio antistante la chiesa rupestre di Matera
di GIOVANNI MARTEMUCCI

Matera Una chiesa rupestre degradata al rango di una latrina. È il destino del tempio di Santa Barbara di Matera, una delle strutture più interessanti dal punto di vista architettonico tra le chiese scavate nella roccia. Arroccata sulla sponda destra della Gravina di Matera, a pochi metri dal piano stradale di via Casalnuovo, la chiesa è utilizzata da tempo come latrina. Avanti al suo ingresso sbarrato da una porta in ferro e legno ci sono escrementi umani in quantità, oltre a rifiuti e sporcizia. Difficile dire chi sia “l’utente tipo” di questa latrina “patrimono dell’Unesco”. Forse è il turista stesso che avventurandosi tra le sterpaglie della scala che porta alla chiesa si sente al sicuro da sguardi indiscreti e una, volta giunto davanti alla porta chiusa, ne approfitta per liberarsi delle feci. Il degrado è tale e tanto intorno alla chiesa che più di qualcuno sente di non fare un torto al decoro e alla decenza se ne approfitta per utilizzare il piccolo piazzale antistante la facciata dell’edificio sacro come un cesso pubblico “open air”. A denunciare il degrado di questa chiesa rupestre ricca di affreschi molto interessanti che risalgono al XVI secolo sono stati i titolari delle attività ricettive di via Casalnuovo, stanchi di sentire i commenti dei turisti delusi da questo spettacolo di sporcizia e abbandono. A nulla sono servite le ripetute denunce al Comune e l’intervento dei vigili urbani che hanno constatato lo stato di degrado dei luoghi. La scalinata di accesso alla chiesa che scende da via Casalnuovo lungo il costone roccioso è stata praticamente inghiottita dalle erbacce e dalla vegetazione. In più lungo le scale si trova di tutto: spazzatura, erba secca, bottiglie e cartacce. Da anni non viene effettuata nessuna manutenzione come da anni la chiesa non viene aperta al pubblico precludendo la possibilità di godere di uno degli affreschi di santa Barbara che secondo gli studiosi è una delle migliori rappresentazioni di età angioina a Matera. Indignazione per questo stato di cose è stata espressa anche dalla locale sezione del Fai il Fondo Ambiente Italiano, che dal 1975 tutela il patrimonio artistico e naturalistico del Belpaese. Il degrado, del resto è di casa nell’antica strada dei “Mulini a vento”, l’unica in tutta la città ad avere l’obsoleta ed insufficiente illuminazione pubblica a fili esterni con le lanterne degli anni 50 che non è mai stata aggiornata. Lo slargo utilizzato come parcheggio è in degrado mentre il fossato adiacente è pieno di erbacce e rifiuti. Mancano panchine per gli anziani, indicazioni turistiche e il verde è in pessime condizioni. Una situazione di degrado diffuso da cui i residenti vogliono uscire per questo invitano l’Amministrazione ad interessarsi concretamente per ascoltare le loro istanze.
Giovanni Martemucci

Tags: santa barbara

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Rubrica: Cronaca

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Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008

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