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16/08/2010 10.14.33 - Articolo letto 6378 volte

Le riflessioni sociologiche di Vespe

L´ospedale Madonna delle Grazie - Matera L´ospedale Madonna delle Grazie - Matera
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Tra sanità, politica e giornalismo
di GIOVANNI MARTEMUCCI
Matera  "Certe volte la realtà ti mette quando meno te lo aspetti davanti a situazioni inaspettate. Chi scrive stava preparando la spedizione scacchistica con la sua squadra dei leoncini a Palermo per partecipare al campionato nazionale, quando un subdolo trombo non ha trovato di meglio che conficcarsi crudele nella vena poplitea. Così invece del viaggio a Palermo la sorte ha riservato per più di due settimane un lieto soggiorno all’Hotel Madonna delle Grazie –braccio Medicina- con magnifica veduta sulla collina materana, per sciogliere il trombo. Come compagno di soggiorno per 17 giorni ha avuto Ben di un paese della provincia. Aveva la sua stessa età ma ne dimostrava almeno 10 anni di più. La sorte ha messo insieme due persone con vite parallele. Da una parte c’era un “vincente” che nella sua vita ha avuto l’ardire di ambire ad essere il più giovane sindaco di Matera in stile Kennediano. Sull’altro letto invece uno dei tanti condannati nei nostri poveri paesi della montagna materana a campare con i lavori socialmente utili e con una pensioncina finale di invalidità. Mentre chi scrive per lavoro ha superato da un pezzo la soglia della noia nel viaggiare in aereo da una parte all’altra per il mondo; il suo compagno aveva reso leggendario il suo viaggio per la visita di leva a Bari o la sua escursione da parenti ad Empoli! Ben passa le giornate a giocare a carte al bar surrogando l’alcol perduto con gassosa e fumo a go go; mentre il II, dopo aver bruciato quasi tutte le sue chance giovanili, ora si atteggia a novello capitano Achab dolente e titanico. Preda di attacchi incontenibili di irascibilità perchè si avverte prepotentemente in credito con la vita per via delle sue profonde e dolorose cicatrici che gloriosamente segnano le sue carni. Ferite procuratisi nel corso delle tante battaglie “perse” contro la gigantesca balena bianca Moby Dick cibatasi delle sue tante illusioni infrante . Da una parte uno di quelli che si credono avanti nell’uso e nell’avanzamento della tecnologia. Anzi si prende così sul serio che crede di cavalcare la cresta più alta della conoscenza umana così come un surfista fa issato sulle gigantesche onde del Pacifico. Sull’altro letto Ben che non sapeva accendere nemmeno il televisore in camera e men che meno cambiare i canali. Svegliava l’austero capitano Achab alle 5:30 di mattina perché gli sintonizzasse la TV su RAI 1. E’ indicibile cosa gli rispondeva il Capitano Achab!! Il capitano Achab studiava, leggeva –ma che sei evangelista? chiedeva Ben-, scriveva al computer, parlava al citofono –così chiamava il cellulare!-; mentre Ben sonnecchiava, si faceva fare compagnia dalla televisione,imprecava contro i medici che lo trattenevano senza “ragione” in Hotel e, soprattutto, parlava un linguaggio tutto suo che alla fine era rimasto solo Achab a decifrare. Con l’andare del tempo Achab divenne il traduttore ufficiale, il mediatore più efficace fra Ben ed il resto del mondo. Gli stessi medici alla fine nelle visite mattutine che svolgevano affidavano ad Achab con occhiate d’intesa, a volte imploranti, il compito di calmare e far ragionare Ben. Achab per fare questo aveva un asso nella manica: le partite secche a 11 di scopa! Era l’unico gioco di carte che Ben conosceva ma che praticava con estrema maestria e furbizia tanto da sovrastare Achab fino all’irrisione. Con queste partite, condotte farcendole di battute e sfottò reciproci, Achab così riusciva a calmare e a far sorridere Ben. Achab si sentiva con Ben in quel posto come quel navigatore pieno e superbo delle sue ambizioni che prende il largo a vele spiegate pronto a spaccare il mondo e che alla fine si ritrova naufrago nella stessa isola sulla quale suo fratello, con molte meno opportunità, è approdato prima di lui. Caro Totò “La livella” non è solo il luogo dove il destino diventa irreversibile ma lo sono anche i luoghi dove la sofferenza viene raccolta e si accatasta e che ci rendono tutti uguali al suo cospetto. Ogni tanto sentire il peso ed i morsi della livella è salutare. Dall’altra Achab ha toccato con mano una realtà della quale aveva sentito parlare da addetti ai lavori a lui molto vicini: la sempre più folta schiera di “sconfitti” che popola i sempre più spopolati paesini della Basilicata. Nessuna risposta politica a questo fenomeno è stata mai data se non quella di alimentare uno sterile quanto peloso assistenzialismo. E’ l’altra faccia della stessa medaglia della fuga dei giovani cervelli. Anche in questo ambito nessuna soluzione è stata avanzata checché ne dica Leporace che fa del vergognoso ventriloquismo giornalistico agitando, illudendosi di saperne simularne la vita, il giovane pupone-segretario regionale del PD. Mentre il bilancio fra la fuga ed il ritorno di cervelli è sempre in passivo; è purtroppo sempre in attivo quello degli sconfitti! Cosa fare allora ? Madre Teresa di Calcutta a chi la criticava nella sua
azione di assistenza ai poveri con la metafora che non bisognava distribuire il pesce ma insegnare a pescare rispondeva: “ Io aiuto chi non ha la forza di tenere in mano nemmeno la canna da pesca”. Le nostre contrade grazie a Dio non sono i vicoli di Calcutta e PS, così come tanti nostri sconfitti, sanno tenere ancora ben saldamente in mano la canna da pesca! Se lasciati fare e liberati dalla morsa mortale del dono avvelenato dei benefattori-tiranni, potranno saper essere “risorsa” per la nostra terra. Per far questo però è via inevitabile abbattere i tiranni che si ostinano a distribuire solo pesci per perpetuarne vigliaccamente la dipendenza !!"
Francesco Vespe



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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