Alla scoperta della murgia

TORRENTE GRAVINA DI MATERA

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Si chiama “Il sentiero del geologo” l’escursione organizzata dal Cea per domenica prossima
di GIOVANNI MARTEMUCCI

Matera Si chiama “Il sentiero del geologo” l’escursione organizzata dal Cea per domenica 19 settembre.
L’appuntamento per l’escursione didattica con il geologo Gianni Logiudice è a Jazzo Gattini, sede del Cea alle ore 9.30. Come, cosa e chi ha prodotto il paesaggio che vediamo intorno a noi? Sono alcune delle domande che troveranno risposta durante l’escursione. Ogni forma del territorio è il riassunto di una storia antica lunga anche milioni di anni. Nel territorio materano il segno più evidente di una evoluzione geologica durata milioni di anni, è la profonda forra incisa nella roccia: la Gravina di Matera, solcata dall’omonimo torrente e i suoi valloni afferenti. Durante l’escursione si osserveranno le rocce e andando alla scoperta dei fossili, studieremo il paesaggio della Murgia Materana ed in particolare quello dell'area di Murgia Timone che un tempo era parte di un'isola in un vasto arcipelago. Percorrendo i sentieri nella gravina e giocando insieme anche ad occhi chiusi, si ripercorrerà questa lunga storia imparando a leggere ed interpretare il paesaggio e le sue testimonianze morfologiche, idrogeologiche, pedologiche, paleontologiche e geologiche…
I posti sono limitati, il ticket di partecipazione è di 5 euro. La prenotazione è obbligatoria entro le ore 12 di sabato 18 settembre, al Cea di Jazzo Gattini (Murgia Timone Matera - Tel 0835.332262 Cell.320.2636528) oppure alla Libreria dell’Arco (via Ridola, Matera - Tel. 0835.311111).
Al termine dell’escursione come di consueto sarà possibile anche fermarsi al punto ristoro di Jazzo Gattini per un pranzo frugale a base di prodotti tipici forniti da aziende agroalimentari e zootecniche della collina materana. Infine, la disponibilità della foresteria del centro visite offre la possibilità di trascorrere un tranquillo week-end nella citta' dei Sassi e nei suoi dintorni a costi più che accessibili.
Giovanni Martemucci