Questa decodifica, cinica e, al tempo stesso, ironica, produce ottimi spunti musicali che loro decidono di concentrare, buona parte, nelle prime 7 riuscitissime tracce; il risultato è una escalation di motivi esilaranti, e dalle intelligenti soluzioni compositive, degni, davvero, di hit parade radiofoniche. In generale, l'intero flusso creativo è zeppo di emozioni, riflessioni, risate e tenerezze le quali trasudano, innanzitutto, una loro profonda e antica amicizia, poi, nondimeno, una rilevante maturità musicale. Ad impreziosire l'intero lavoro: l'inconfondibile chitarra della special guest Dino Plasmati; il sax tenore di Enzo Melasi, rievocante il primo Dalla e le eleganti voci di Valentina Pinto e Milena Orlandi.
Dopo un calo emozionale, tra l'ottava e la decima traccia, il disco riparte, discreto, dall'incalzante reggae di “Guarda cardello e vedo mia madre” dove le linee melodiche di Franco Campagna si rifanno interessanti; nella successiva “Due cuori e una condanna”, l'urlo tekno/ liberatorio “non me lo dirmelo a me” trascina, spontaneamente, l'ascoltatore, in una danza scoordinata. Da segnalare tracce di credibile new wave nella surreale “Terrore materdomini”.
Ossessionati dall'economia canaglia, tema dominante in tutto il disco, i Vastax finiscono per consegnarsi, non si sa se per necessità o per piacere, all'eterna giovinezza, ricercando donne disponibili su “imbarazzanti” chat e idealizzando nuove forme d'amore; nella fattispecie lo concepiscono: senza contatto, cristallizzato nel pensiero, e, consumato, guardandosi dal balcone. Ed è preoccupante, ascoltandoli, ritrovarsi persuasi, dall'idea che, forse, è quella, l'unica forma di rapporto incentivato e possibile, oggi. Pur in tutta la sua comicità, l'imperturbabile Franco Campagna convince quando afferma, “io credo nelle zoccole” e si fa ricordare quando grida “volevo essere più immaturo”. Tutto ciò significherà qualcosa?! Sarà forse la paura inconscia, di ognuno, di diventare “fornai tristi e solitari”? Ma prima di qualsiasi risposta, concedetevi 2 minuti e 37 per “Le cosce al mare”; questa...credo, metta d'accordo tutti!