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06/04/2011 22.16.29 - Articolo letto 8007 volte

Retrospettiva di Joaquin Roca-Rey

Joaquin Roca-Rey - Trampa de mariposas - 1965 Coll. MUSMA Joaquin Roca-Rey - Trampa de mariposas - 1965 Coll. MUSMA
Joaquin Roca-Rey - Omaggio a Luca Pacioli - 2001-2002 Joaquin Roca-Rey - Omaggio a Luca Pacioli - 2001-2002
Blas Roca-Rey Blas Roca-Rey
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La mostra sarà inaugurata sabato 9 aprile alle 18 e resterà aperta al pubblico fino al 14 maggio
Matera Una retrospettiva, a cura di Giuseppe Appella, dedicata a Joaquin Roca-Rey è la mostra che il Musma, il Museo della Scultura Contemporanea – Matera, inaugura in occasione della XXIII Settimana della Cultura.
La vernice della mostra si terrà sabato 9 aprile 2011, alle 18.
Interverrà il figlio dell’artista, l’attore Blas Roca-Rey che ricorderà il padre con un omaggio di Guido Strazza e la lettura de Il racconto dell’isola sconosciuta di Josè Saramago, la piccola grande avventura di un uomo caparbio e sognante alla ricerca di se stesso. Dopo i saluti dell Presidente della Fondazione Zetema, Raffaello De Ruggieri, la retrospettiva di Roca-Rey sarà illustrata dal curatore Giuseppe Appella e dal critico d’arte e Soprintendente ai Beni artistici, storici, ed etnoantropologici della Basilicata, Marta Ragozzino.
Le Sale della Caccia, gli spazi destinati dal Musma alle esposizioni temporanee, accoglieranno un nutrito gruppo di opere (23 sculture e 69 tra disegni, taccuini e opere grafiche, datati dal 1948 al 2002) dell’artista di Lima, “mettendo in luce – come afferma Appella - l’indagine formale che tra mito e ritualità ha saputo cogliere il meglio del linguaggio moderno. Dal natio Perù a Roma, le opere di Roca-Rey, trovano modo di liberarsi dell’involucro preincaico di magia e ritualità (assemblage di ferro forgiato con evidente realismo) senza abbandonare il mito ritrovato nelle forme più avanzate del linguaggio moderno, come a dire la scultura di Chadwick e di Moore, di Consagra e di David Smith, la pittura di Magritte, rivisitati nell’architettura di Roma, nel suo rigore e nella sua enfasi. È il momento in cui gli Incas, i Maya, gli Atzechi, il barocco latino americano si confrontano con Roma antica e Roma seicentesca riconoscendovi attinenze di sacralità sessuale subito esplicitata in allusioni misteriose e ironiche, nel totem elevato a simbolo dell’identità tra uomo e cosmo, elemento soggetto alle continue trasformazioni di una fantasia tra le più vive della scultura del secolo appena trascorso. Fantasia che permette a Roca-Rey, in una perenne estensione di contrasti, resi evidenti anche dalla scelta dei materiali utilizzati, una sorta di scambio tra leggerezza e solidità, pieno e vuoto, concavo e convesso, eros e gioco, inquietudine e malinconia, tipiche del surrealismo”.
La retrospettiva di Roca-Rey è in dialogo con l’allestimento permamnente del Musma: nella Saletta della Grafica, per chiarire i rapporti di Joaquin Roca-Rey col Surrealismo, opere di Arp, Brauner, Calder, Dalì, De Chirico, Dominguez, Ernst, Hare, Lam, Magritte, Man Ray, Masson, Matta, Mirò, Picabia, Picasso, Tanguy, Dorothea Tanning.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 14 maggio 2011.
 
Biografia e note critiche a cura di Giuseppe Appella
 
Joaquìn Roca Rey nasce a Lima nel 1923, frequenta l’Accademia Nazionale di Belle Arti di Lima, nella quale diventa più tardi professore. Si appassiona alla scultura nell’atelier dell’artista spagnolo Victorio Macho, che segue durante gli anni della formazione, e poi di Jorge Oteiza. Fin dell’inizio della sua attività, a metà degli anni ‘40, la sua scultura coniuga, con equilibrio ed armonia, ricerca formale ed espressività esistenziale dando luogo a forme essenzialmente simboliche. Le espone per la prima volta nella Galeria Lima nel 1948 e l’anno dopo nel Museo de America di Madrid.
Nel 1949 vince una borsa di studio che gli consente di viaggiare in Europa.  Si ferma a Firenze, dove ritorna nel 1951, dopo aver soggiornato  in Spagna, Portogallo, Francia e Belgio. Studia le opere di Pisanello, Paolo Uccello e Piero delle Francesca, che lo influenzano profondamente. Conosce la gallerista Fiamma Vigo che gli organizza una personale nella Galleria Numero, a cui  seguiranno quelle nella Galleria Zodiaco di Roma, nella Galleria Breteau di Parigi e nella Galleria Biosca  di Madrid.
Nel 1952 sposa a Roma Alessandra Andreassi, e ritorna in Perù dove rimane fino al 1963 insegnando scultura prima presso la scuola d’arte dell’Università Cattolica e poi presso la Facoltà di Architettura di Lima. Rientrato a Roma, vi alterna i soggiorni con Carrara, Pietrasanta e Deruta.
Nel 1953, subito dopo aver esposto alla II Biennale di San Paolo del Brasile, è tra i finalisti del Concorso Internazionale per il Monumento al Prigioniero politico Ignoto, il cui progetto viene esposto alla Tate Gallery di Londra. Gli viene assegnato il premio Baltasar Gavilan per essere stato l’unico scultore sudamericano prescelto nelle selezioni. Dopo questo primo riconoscimento riceve incarichi per diverse opere pubbliche, tra cui il Monumento a Remòn e Panama (1955), le sculture degli Apostoli per la Chiesa di San Filipppo a Lima (1956), il Portone Monumentale del Cimitero di Lima (1957), L’Annunciazione per la Chiesa di Santa Rosa a Lima (1959). Sono gli anni in cui, attraverso molteplici sperimentazioni articolate nell’uso di materiali diversi (legno, ferro e ottone), perviene a costruzioni formali di sintesi astratta, in impianti architettonici simmetrici, fondati su un vitalismo magico di memoria antropologica precolombiana. Al contempo, ha un’intensa produzione grafica in cui la tematica svolta nella scultura acquista particolari toni narrativi visionari. Espone i risultati di questo lavoro al Museo d’Arte Moderna di San Paolo del Brasile, al Petit Palais di Parigi, alla II Biennale di Salisburgo, alla Pan American Union di Washington, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, alla XXXII, alla XXXIII e alla XXXVI Biennale di Venezia, alle Alternative Attuali 2 e 3 de L’Aquila, alla Galleria La Medusa di Roma, al Museo d’Arte Moderna di Philadelphia, alle biennali di Gubbio e di Carrara Con le mostre, cresce l’interesse della critica internazionale che allinea i nomi di Argan, Carandente, Crispolti, De Micheli, Dypreau, Gòmez Sicre, Jaguer, Marchiori, Moreno Galvàn, Mendes, Neruda, De Oteiza, Pierre, Rodriguez Saavedra, Trucchi, Venturi.
Nel 1967 riceve l’incarico per realizzare la statua dell’Inca Garcilaso della Vega a Villa Borghese a Roma. Accanto all’attività artistica, affianca anche quella di Console del Perù prima, e poi di Consigliere culturale presso l’Ambasciata peruviana a Roma.
Per spazi pubblici, realizza monumenti che si trovano a Buenos Aires, Caracas, Genova, Lima, Panama, Roma, Tuoro sul Trasimeno e Viterbo. Attiva la sua presenza in mostre personali e collettive in tutto il mondo: Caracas, Parigi, Madrid, Roma, Colonia, Budapest, Bruxelles, Buenos Aires, e l’ingresso in collezioni di prestigio, prime fra tutte quelle dei maggiori Musei del mondo. Il Musma di Matera ha nelle sue collezioni una scultura donata da Ivo e Valeria Gramiccia e una proveniente dalla famiglia Roca-Rey. Joaquin Roca-Rey muore a Roma nel 2004. La sua vita verrà ricostruita, attraverso immagini e documenti, nella Biblioteca Scheiwiller. Nella Saletta della Grafica, per chiarire i rapporti di J. Roca-Rey col Surrealismo, opere di Arp,  Brauner, Calder, Dalì, De Chirico, Dominguez, Ernst, Hare, Lam, Magritte, Man Ray, Masson, Matta, Mirò, Picabia, Picasso, Tanguy, Dorothea Tanning, 
 
Curriculum vitae Blas Roca-Rey
 
Blas Roca-Rey nasce a Lima, in Perù, il 21 gennaio 1961. Si trasferisce in Italia e dal 1980 lavora come attore teatrale, cinematografico e televisivo. Tra i suoi lavori, ricordiamo i film: Facciamo fiesta (1997), regia di Angelo Longoni, Ecco fatto (1998) e Ricordati di me (2003), entrambi diretti da Gabriele Muccino, e La cena per farli conoscere (2007), regia di Pupi Avati. Tra i lavori per il piccolo schermo, ricordiamo le miniserie tv: Valeria medico legale (2000-2002), regia di Gianfrancesco Lazotti, e Scusate il disturbo (2009), regia di Luca Manfredi. Dal 2007 fino al 2009 è stato guest star di Un posto al sole dove ha interpretato Cesare D'Onofri. È il marito dell'attrice Amanda Sandrelli, dalla quale ha avuto due figli.
 
 
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Il Musma osserva i seguentiorari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 14 – lunedì chiuso.
Per informazioni su orari, biglietteria, prenotazioni e visite guidate rivolgersi:
Coop. ArteZeta 320-5350910 info@artezeta.it



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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