Il ponte di Ognissanti, caratterizzato da temperature quasi estive, anche quest’anno ha segnato l’inizio “ufficiale” della campagna di raccolta, almeno per i contadini materani e per le tante famiglie che hanno un piccolo uliveto. È una delle annate migliori per l’olivicoltura materana almeno dal punto di vista della qualità dell’olio che si ottiene. Stesso discorso per la quantità delle olive sugli alberi, abbastanza abbondante nonostante l’estate non sia stata particolarmente piovosa. Sono questi i dati salienti della campagna di raccolta e spremitura delle olive iniziata a fine ottobre e che continuerà fino ai primi di dicembre. Le olive della collina materana, nella maggior parte dei casi, servono a produrre olio per l’autoconsumo. La qualità del raccolto è buona come quella dello scorso anno anche perchè la mosca non ha attaccato gli alberi come era accaduto in maniera massiccia alcuni anni fa quando si era verificata la caduta prematura delle olive dovuta al fastidioso insetto. Anche quest’anno si conferma la tendenza ad anticipare il periodo di raccolta per ottenere un olio qualitativamente migliore e con caratteristiche organolettiche superiori. L’antica tradizione materna, invece, prevedeva la raccolta al momento in cui l’oliva era più matura proprio per ottenere una resa superiore. Il ponte di Ognissanti, caratterizzato da temperature quasi estive, anche quest’anno ha segnato l’inizio “ufficiale” della campagna di raccolta, almeno per i contadini materani e per le tante famiglie che hanno un piccolo uliveto. “La produzione della Basilicata –spiega Giambattista Volpe, agricoltore- è in linea rispetto a quanto succede nelle altre regioni del Sud Italia. In particolare le vicine Campania, Puglia e Calabria. Quest’anno le quantità raccolte sono abbondanti e di ottima qualità. La resa si attesta tra i 13 e i 15 litri per quintale di olive spremute. Negli ultimi decenni sono cambiate anche le abitudini legate alla raccolta per privilegiare la qualità del prodotto finito. Se un tempo si usava recuperare anche le olive cadute naturalmente a terra, oggi la tendenza è inversa poiché il contatto con il terreno determina una trasformazione negativa del frutto”. L’olio che si produce dalle nostre parti è per lo più olio biologico, infatti concimazioni e trattamenti con fitofarmaci sono davvero trascurabili. La qualità è in costante crescita grazie anche al lavoro svolto da enti ed organizzazioni agricole che forniscono continuamente informazioni e aggiornamenti su tecniche e metodi di coltura. L’olio di Matera pur essendo poco conosciuto a livello di etichetta è comunque tra i migliori prodotti italiani da apprezzare sempre di più. Il problema dell’olio materano, e lucano in generale, rimane quello della sua valorizzazione commerciale anche perché a prescindere dell’andamento dell’annata, la qualità è elevata. Informare il consumatore è una delle esigenze prioritarie per imporsi sul mercato visto che il cliente medio spesso non distingue tra un olio extravergine industriale, magari prodotto con olive tunisine o spagnole ed un olio biologico come il nostro, a basso tenore di colesterolo e dal profumo fruttato. Intanto nei frantoi di Matera e provincia (Pomarico e Miglionico) dove i contadini della Città dei sassi portano le loro olive per la spremitura, si lavora su turni distribuiti lungo le 24 ore per riuscire a soddisfare le esigenze dei numerosi clienti che raggiungono il frantoio carichi di casse e sacchi colmi di oro verde.
Giovanni Martemucci