E’ iniziata da poco la campagna olivicola 2008. Olio, quindi. Ma non solo. Ci tenevo a ricordare, infatti, che i frantoi producono anche notevoli quantità di sottoprodotti (acque reflue, sansa) che meriterebbero, a mio avviso, molta più attenzione data l’importanza che rivestono sotto l’aspetto sia economico, sia ecologico. Le acque di vegetazione, ad esempio, costituiscono certamente un problema da gestire per quel che riguarda il loro stoccaggio e smaltimento. Ma come ormai molti studi e sperimentazioni dimostrano, esse possono rappresentare, in alcuni casi, una vera e propria risorsa anziché un rifiuto. Infatti, gli effetti positivi delle acque di vegetazione sulla fertilità fisica, chimica e microbiologica di alcuni tipi di terreno sono ormai noti.
Così come ampiamente dimostrati sono i loro effetti positivi sulla produzione quali-quantitativa di alcune colture (olivo, vite, mais, alcune foraggere ecc.). Inoltre, il loro utilizzo sia come substrato di crescita per diversi organismi (es. funghi), sia come fonti di sostanze attive per diversi usi e scopi (es. industria farmaceutica) è ormai collaudato. Occorre più attenzione a questi aspetti.
Occorre più attenzione all’ intera filiera di un prodotto agroalimentare, sia esso l’olio, il vino, il formaggio, il miele ecc. Una visione sistemica, una visione globale e completa dei processi produttivi e dei prodotti gioverebbe a tutti (agricoltori, agroindustriali, tecnici, economisti, studiosi, politici, divulgatori, commercianti, consumatori). E per Regioni come la nostra, la Basilicata, ad alta vocazione agricola ed ambientale ma che cercano ancora uno Sviluppo degno di questo nome, questo tipo di approccio alle filiere produttive, questo tipo di gestione delle filiere produttive, questo tipo di discorso risulterebbe essere particolarmente importante e strategico.