È ritornata ad un livello accettabile di decoro la situazione in via dell’Industria, alla zona Paip 2 di Matera. Nelle scorse settimane gli addetti alla raccolta dei rifiuti hanno ripulito strada e marciapiedi invasi dai rifiuti ingombranti e speciali che da tempo rendevano inutilizzabile il marciapiedi e parte della strada dove si trovano importanti aziende poduttive e concessionarie d’auto. La situazione della sporcizia e dei rifiuti era diventata insostenibile vista l’enorme la quantità di masserizie sparse, per una cinquantina di metri, lungo il marciapiede e, paradossalmente, proprio di fronte all’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Basilicata (Arpab), la massima agenzia territoriale preposta al monitoraggio e al controllo dei fattori di rischio per la protezione dell’ambiente. Per diverse settimane nessuno sembra essersi accorto di questa vera e propria discarica a cielo aperto, nemmeno i dipendenti dell’Arpab dove c’è un ufficio denominato “Suolo e Rifiuti” che dovrebbe svolgere attività e compiti di prevenzione e controllo in materia ambientale con funzioni di supporto tecnico-scientifico alle autorità locali amministrative e giudiziarie. Non sappiamo se la pulizia dell’area sia stata sollecitata dai dipendenti dell’Agenzia regionale o qualcosa si è mosso a seguito dell’articolo comparso qualche giorno fa sul Quotidiano della Basilicata. Intanto ora la zona e pulita, ma quanto durerà. Qualche commerciante del Paip invoca anche per la Basilicata l’applicazione del Decreto Legge varato dal Consiglio dei Ministri che porta il numero 172/2008 e prevede l’arresto per “chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee rifiuti pericolosi, speciali ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0.5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri”. Anche perché l’aver limitato alla sola Campania l’arresto per chi abbandona rifiuti ingombranti in strada è una violazione del principio di uguaglianza. A questo proposito due presidenti emeriti della Corte Costituzionale, Valerio Onida e Antonio Baldassarre, dubitano della legittimità dell’ultimo decreto rifiuti. Se la questione verrà sollevata dinanzi alla Consulta, la norma - a detta di entrambi- rischia di subire una sonora bocciatura. E poi l’abbandono di un frigo o di un mobile per strada, proprio come succede spesso a Matera, arreca lo stesso pregiudizio all’ambiente in qualsiasi regione d’Italia.